Rimozione tatuaggi
Una luce per cancellare i tatuaggi. Il tatuaggio, sempre più conosciuto con il termine inglese di “tattoo”, viene eseguito dal tatuatore mediante iniezione di pigmento nel derma cutaneo per formare disegni o scrivere nomi ed è uno dei vari modi che l’essere umano ha a disposizione per fare un “make up” del proprio corpo e per lanciare messaggi al prossimo. Accade tuttavia spesso che dopo un certo periodo di tempo il tatuaggio che tanto ha entusiasmato all’inizio non piaccia più o che per varie ragioni diventi un compagno “scomodo” e quindi si desideri rimuoverlo. In passato per togliere un tatuaggio si ricorreva a metodiche abbastanza cruente quali per esempio la dermoabrasione che spesso lasciava brutte cicatrici, oppure si ricorreva, quando possibile e necessario, all’asportazione chirurgica. Da vari anni la metodica universalmente considerata vincente per rimuovere i tatuaggi è data dal laser a tecnologia “Q-switched”, cioè uno strumento tecnologicamente molto avanzato che emette una luce laser ad impulsi di durata brevissima che ha la caratteristica di colpire il pigmento del tatuaggio e di denaturarlo. In tal modo si attiva una reazione che porta progressivamente alla riduzione del pigmento presente con il minimo fastidio possibile. Il colore nero ed il rosso sono quelli che vengono via prima e più facilmente, mentre i colori giallo e celeste sono più ostici e non rispondono al laser. Alla fine dei trattamenti al posto del tatuaggio può residuare una zona di cute di colore diverso, solitamente più chiara, che può repigmentarsi con il passare del tempo. Il trattamento è ambulatoriale, non occorre anestesia poiché il fastidio che si prova solitamente è ben tollerato, dura pochissimi minuti ed occorrono alcune sedute a distanza di 4 settimane una dall’altra. Dopo la seduta è sufficiente tenere protetta la zona dal sole per alcuni giorni ed applicare una crema protettiva.